Disturbi dell’alimentazione

Come ristabilire un’alimentazione sana

I disturbi dell’Alimentazione sono tra i più comuni e gravi problemi di salute che affliggono gli adolescenti dei paesi occidentali.
Se non trattati rapidamente e in modo ottimale, interrompono il normale processo di sviluppo psicofisico e producono gravi danni alla salute fisica e al funzionamento psicosociale dei giovani che ne sono colpiti, potendo portare, in alcuni casi, anche alla morte.
L’ultima versione del DSM-5 ha unito in un’unica categoria diagnostica i disturbi della nutrizione e i disturbi dell’alimentazione (American Psychiatric Association, 2013).
I primi colpiscono prevalentemente, ma non esclusivamente, l’infanzia e includono le seguenti categorie diagnostiche: pica, disturbo da ruminazione e disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo.
I secondi includono l’anoressia nervosa (tipo con restrizioni e con abbuffate/comportamenti purgativi), la bulimia nervosa ed il disturbo da binge-eating oltre ad un ampio gruppo di altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione con specificazione e senza specificazione.
Una procedura chiave è l’attivazione del monitoraggio per aiutare sia il paziente che il terapeuta a migliorare la comprensione del disturbo dell’alimentazione. Il paziente comprende così anche che è possibile cambiare.




Secondo il DSM-5, una persona ha l’anoressia nervosa se soddisfa i seguenti tre criteri:
  1. Restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, minore di quello minimo previsto.
  2. Intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, oppure comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se significativamente basso.
  3. Alterazione del modo in cui viene vissuto dall’individuo il peso o la forma del proprio corpo, eccessiva influenza di questi ultimi sui livelli di autostima, oppure persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso.
Secondo il DSM-5, una persona soffre di bulimia nervosa se soddisfa i seguenti criteri diagnostici:
  1. Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti:
    • Mangiare, in un determinato periodo di tempo una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbero nello stesso tempo e in circostanze simili
    • Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando)
  2. Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
  3. Gli episodi di abbuffata e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per tre mesi
  4. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo
  5. L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.
I criteri diagnostici DSM-5 per il disturbo da binge-eating sono i seguenti:
  1. Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti
    • Mangiare, in un determinato periodo di tempo una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili
    • Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio
  2. Gli episodi di abbuffata sono associati a tre (o più) dei seguenti aspetti:
    • Mangiare molto più rapidamente del normale
    • Mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni
    • Mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci si sente affamati
    • Mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando
    • Sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o molto in colpa dopo l’episodio
  3. E’ presente un marcato disagio riguardo agli episodi di abbuffata
  4. L’episodio di abbuffata si verifica, mediamente, almeno una volta alla settimana per tre mesi
  5. L’episodio di abbuffata non è associato alla messa in atto sistemica di condotte compensatorie inappropriate come bulimia nervosa e non si verifica esclusivamente in corso di bulimia nervosa o anoressia nervosa
Il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, secondo il DSM-5, è caratterizzato dal persistente fallimento di soddisfare le necessità nutrizionali e/o energetiche appropriate con una (o più) delle seguenti caratteristiche:
  • Perdita di peso significativa (o fallimento di raggiungere l’aumento di peso atteso o inadeguata crescita nei bambini)
  • Deficit nutrizionale significativo
  • Funzionamento dipendente dalla nutrizione enterale o dai supplementi orali  
  • Marcata interferenza con il funzionamento psicosociale
Anoressia nervosa atipica:
Sono soddisfatti tutti i criteri per l’anoressia nervosa, salvo che, nonostante una significativa perdita di peso, il peso dell’individuo è all’interno o al di sopra dell’intervallo di normalità

Bulimia nervosa (a bassa frequenza e/o di durata limitata):
Sono soddisfatti tutti i criteri per la bulimia nervosa, salvo che gli episodi di abbuffata e le condotte compensatorie inappropriate si verificano, mediamente, meno di una volta alla settimana e/o per meno di tre mesi.
 
Disturbo da binge-eating (a bassa frequenza e/o di durata limitata):
Sono soddisfatti tutti i criteri per il disturbo da binge-eating, salvo che gli episodi di abbuffata si verificano, mediamente, meno di una volta alla settimana e/o per meno di tre mesi.
    
Disturbo da condotta di eliminazione:
Ricorrenti condotte di eliminazione per influenzare il peso o la forma del corpo (per es: vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci) in assenza di episodi di abbuffata
    
Sindrome da alimentazione notturna:
Ricorrenti episodi di alimentazione notturna, che si manifestano mangiando dopo il risveglio oppure con l’eccessivo consumo di cibo dopo il pasto serale. Vi sono consapevolezza e ricordo di aver mangiato. L’alimentazione notturna, che causa un significativo disagio e/o compromissione del funzionamento, non è meglio spiegata da influenze esterne come la modificazione del ciclo sonno-veglia dell’individuo oppure da norme sociali locali. I pattern di alimentazione disordinata non sono meglio spiegati dal disturbo da binge-eating o da un altro disturbo mentale, compreso l’uso di sostanze, e non attribuibili a un altro disturbo medico oppure all’effetto di farmaci.

Dott.ssa Monica Federico Dietista

Orari


  • lunedì: 9 - 20
  • martedi: 9 - 16
  • giovedi: 9 - 20
  • venerdì: 9 - 20
Informativa

Noi e terze parti selezionate (come ad esempio Google, Facebook, LinkedIn, ecc.) utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come ad esempio per mostrati annunci personalizzati e non personalizzati più utili per te, come specificato nella .
Chiudendo questo banner con la crocetta o cliccando su "Rifiuta", verranno utilizzati solamente cookie tecnici. Se vuoi selezionare i cookie da installare, clicca su "Personalizza". Se preferisci, puoi acconsentire all'utilizzo di tutti i cookie, anche diversi da quelli tecnici, cliccando su "Accetta tutti". In qualsiasi momento potrai modificare la scelta effettuata.